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Google Calling 3 – Information is everything

Ora, io non dico che uno deve spendere soldi per forza, ma ho notato che ultimamente ci sono troppe occasioni in cui bisogna decidere su due piedi se spendere dei soldi o no. E’ anche poi vero che molto spesso è meglio non farlo, ma sarebbe bene avere qualche informazione in più prima di ritrovarsi in certe situazioni… D’altra parte i benefici di un processo informato sono stati dimostrati molto bene da una serie di studi, in cui i lavoratori di una catena di montaggio si dimostravano più produttivi e soddisfatti quando venivano informati precisamente di cosa stavano facendo e perché. Un altro esempio potrebbe essere il viaggio in treno, dove sarebbe opportuno informare sempre e comunque i passeggeri di dove si trovano e quanto manca all’arrivo. Il sogno sarebbe anche una serie di informative su quello che si sta vedendo dal finestrino, ma in tal caso sarebbe pura Utopia. Con un flusso costante di informazioni, il viaggio procede meglio, e sembra durare di meno. Ultimamente m’è capitato di restar fermo per un treno in avaria, in aperta campagna tra Roma e Napoli. Né un annuncio, né una grafica informava di dove fossimo. Alla fine ho dovuto chiamare un amico, per farmi dire da internet dove eravamo… La mancanza di informazioni provoca sempre disagio, e incertezza. Non tutti riescono a prendere decisioni in due secondi.
Veniamo a stamattina, dopo aver raggiunto l’aeroporto dall’ albergo, mi accingo a effettuare il check-in e lì arriva la novità: la carta di imbarco viene ora rilasciata da una macchinetta con interfaccia touch (ovviamente) che oltre a effettuare la scansione del passaporto, offre anche la possibilità di fare un cosiddetto “upgrade” del posto assegnato, prima in prima classe (per la modica cifra di 570 euro) ed eventualmente in Economy Premium, al costo di 70 euro. In questo secondo caso, saperlo prima mi avrebbe messo nella condizione di pensarci su, e magari decidere per tempo se volevo migliorare il mio posto oppure no, invece di trovarmi nella condizione di scegliere all’ultimo. Alla fine ho deciso di non farlo, immaginando che in ogni caso il posto in cui sarei stato messo non sarebbe stato male. Mi sbagliavo: il posto assegnato a me era nell’ultima fila, con il sedile di fronte a 20 centimetri, e alcune scritte a mano sul retro del sedile in cui precedenti passeggeri si chiedevano cosa avevano fatto di male per capitare lì. Unico vantaggio, il posto era accanto al corridoio.
Fortunatamente, dopo un primo cambio, con scambio di battute esilarante tra me e la hostess, mi assegnano comunque un posto in Economy Plus, ancora lato corridoio, dove ho un po’ più di spazio per le gambe, e un posto vuoto dall’altro lato che ho provveduto a colonizzare. Adesso il viaggio procede, ci sono ancora sette ore di volo, e a parte commettere la leggerezza di aver chiesto pollo (che sapeva di pesce) per pranzo, va tutto bene.

Mancano ancora circa 7 ore di volo, e arriveremo poi a Washington verso le 15, ora locale.

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